Concezioni indigene della materialità del colore

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Commelina coelestis
Commelina coelestis

Le analisi svolte sul Codice Cospi e su altri manoscritti simili hanno mostrato che la grande maggioranza dei materiali pittorici in essi impiegati è basata su cromofori organici, resi durevoli e resistenti mediante la creazione di lacche (con sali metallici) o ibridi (con argille). Oltre al fondo di gesso, l’unico pigmento minerale sinora identificato è l’orpimento che compare anche sul verso del Codice Cospi, mentre spicca la totale assenza di quei pigmenti minerali che erano comunemente usati su altri supporti, come ad esempio le ocre. L’evidente selezione culturale che portò a un largo impiego di coloranti organici è da ricondursi alle loro tonalità particolarmente brillanti e luminose, così come al fatto che i mesoamericani concepivano una stretta connessione tra l’emissione di canti ed enunciazioni rituali e lo sbocciare dei fiori. Dipingere con “materie fiorite” significava quindi dar vita a un manoscritto carico di quella stessa forza generativa che sarebbe scaturita durante l’enunciazione rituale del manoscritto stesso.

Cosmos sulphureus
Cosmos sulphureus