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L’ordine di lettura del recto va da sinistra a destra. La prima sezione, che copre le prime otto tavole del codice, è un calendario rituale in forma estesa, detto tonalpohualli, “conta dei destini”. La sequenza di otto tavole è divisa, nella parte centrale, in cinque fasce composte da 52 riquadri l’una. Ogni riquadro, di forma quadrata, corrisponde a un giorno, così che l’intero almanacco copre un periodo di 260 (52 x 5) giorni, corrispondenti alla durata dell’intero ciclo divinatorio. Ogni riquadro contiene due immagini: sulla destra si osserva il glifo che indica uno dei venti nomi dei giorni, mentre sulla sinistra c’è l’immagine di una delle nove divinità note come Signori della Notte, che si alternano come patroni dei giorni. Ad ogni riquadro corrisponde anche un numero, sottinteso, della sequenza 1-13, così che ogni fascia di 52 giorni è ulteriormente suddivisa in cinque tredicine, o periodi di 13 giorni.
La lettura inizia dal riquadro in basso a sinistra, continua lungo tutte le otto tavole, per ritornare poi alla prima, riniziando dalla seconda fascia dal basso e così via. In questo modo la sequenza calendariale finisce con il riquadro in alto a destra nella tavola 8, che corrisponde al duecentosessantesimo e ultimo giorno del tonalpohualli.
Le fasce che corrono lungo gli estremi inferiore e superiore, composte da rettangoli verticali, contengono invece immagini mantiche che il divinatore utilizzava per aggiungere ulteriori significati ad ognuno dei giorni. In questo modo, il tonalpohualli era impiegato per interpretare il carattere fausto o infausto di ogni giorno, cosa che avrebbe influenzato ogni attività in esso svolta. La data di nascita di una persona, ad esempio, avrebbe determinato il suo futuro.