Studi bolognesi e copie tra il XVIII e il XIX secolo

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Nella biblioteca dell’Istituto, il Codice Cospi fu studiato a diversi studiosi, che ne fecero anche copie parziali o totali. Allo scadere del XVIII secolo l’artista bolognese Antonio Basoli ricalcò l’intero codice su carta da lucido. Questa copia, passata nella collezione del cardinale Stefano Borgia, è oggi conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Mentre si trovava nella casa di Stefano Borgia, la copia di Basoli fu osservata da importanti studiosi come il gesuita messicano José Lino Fábrega, l’egittologo danese Georg Zoëga e il geografo prussiano Alexander von Humboldt.

Antonio Basoli (1774-1843)
Antonio Basoli (1774-1843)
Georg Zoëga (1755-1809)
Georg Zoëga (1755-1809)
Alexander von Humboldt (1769-1859)
Alexander von Humboldt 
(1769-1859)











Maggiori informazioni sulla copia realizzata da Antonio Basoli sono disponibili in questo articolo. L'edizione è accessibile a questo link sul sito della Biblioteca Vaticana.

Nel 1803 la biblioteca divenne proprietà dell’Università di Bologna. Nel 1818 il bibliotecario Giuseppe Gasparo Mezzofanti scrisse un’importante dissertazione sul codice e commissionò alla nipote Anna Minarelli delle copie ad acquerello di alcune tavole, oggi conservate presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Né la dissertazione di Mezzofanti né le incisioni tratte dagli acquerelli della Minarelli furono mai pubblicate. 

Giuseppe Gasparo Mezzofanti (1774-1849)
Giuseppe Gasparo Mezzofanti 
(1774-1849)


    

Anna Minarelli, copy of the Cospi Codex, ca. 1818. Archiginnasio Library, Bologna
Anna Minarelli, copia del Codice Cospi,
ca. 1818. Libreria dell'Archiginnasio, Bologna
Lamma, Antonio, Portrait of Cardinal Giuseppe Mezzofanti, 1838 Oil on canvas 95x60 cm, University Library of Bologna
Lamma, Antonio, Ritratto del Cardinale Giuseppe Mezzofanti, 1838 Olio su Tela, 95x60 cm, Biblioteca Universitaria di Bologna
















Tra il 1826 e il 1827 l’artista cremonese Agostino Aglio, che provò senza successo a realizzare una copia diretta del codice, ne dipinse una basata invece sulla copia fatta in precedenza da Basoli. Il lavoro di Aglio fu pubblicato nel secondo volume delle celebri Antiquities of Mexico (1830-1831), ottenendo così grande notorietà tra studiosi europei e americani. La copia è conservata oggi al British Museum a Londra e può essere fruita a questo link.

Antiquities of Mexico, 1831
Antiquities of Mexico, 1831